giovedì 5 aprile 2012

Bruxelles, l'Art Nouveau di Victor Horta - terza puntata

Nelle puntate precedenti abbiamo visto alcune delle case firmate  da Victor Horta, che, detto per inciso, sono tutte bellissime ma l'opera che viene unanimemente riconosciuta come  il suo vero capolavoro è la Maison du Peuple, costruita tra il 1896 e il 1899 per conto del  partito operaio belga.





In place Emile Vandervelde, una piazza piccola, dalla forma rotonda e con pesanti preesistenze che ne  condizionano le scelte progettuali, Horta costruisce  un edificio molto articolato a cui era affidato il compito di riunire tutte le  attività politico sindacali, commerciali e ricreative del partito.
















Il  risultato appare subito estremamente  brillante  e  per Leonardo Benevolo (Storia dell'Architettura Moderna, ed. Laterza)
L'organismo è legato in partenza dalla forma del terreno, ritagliato fra strette strade e una piazza rotonda, e l'architettura si inserisce con impeccabile continuità nei vincoli ambientali. La struttura è in acciaio dentro una cassa muraria discontinua, ma qui si rivela chiaramente all'esterno, intelaiando le  ampie pareti in vetro dai serramenti in legno naturale.....


. ....tra struttura e decorazione c'è qui una perfetta unità, così all'interno nel salone degli sportelli il disegno ornamentale del soffitto è fatto con i medesimi travi portanti, e nella sala spettacoli all'ultimo piano i telai trasversali a struttura reticolare servono anche a qualificare decorativamente il vano.... L'uso dei material, il modo di scompartire le pareti, di risolvere gli snodi, le giunzioni, i particolari, testimoniano una sicurezza di giudizio, una coerenza ed un rigore eccezionali.....



Secondo Sigrifid Giedion, che in materia di architettura non era proprio l'ultimo arrivato, 
... la sua curva facciata di vetro e acciaio è una delle più perfette di quest'epoca ... la Maison du Peuple rivela in ogni suo dettagli la mano di un grande architetto che è anche geniale inventore. 


e per   Bruno Zevi  (Storia dell'Architettura Moderna, ed. Einaudi)

.....L'impianto volumetrico è di un'arditezza che forse non ha paralleli in questa prima età del movimento moderno.....La struttura in vista è caratteristica delle architetture moderne ma confrontando questa cavità con il salone della Borsa di Berlage ad Amsterdam, con gli interni degli edifici di Behrens o delle chiese di Perret, si ha la misura della sovranità del genio di Horta....





D'altra parte nella prima relazione di bilancio del consiglio di amministrazione dopo l'inaugurazione, anche i committenti avevano scritto entusiasticamente

... Ora che la Nouvelle Maison du Peuple è costruita, che suscita l'ammirazione sia degli abitanti di Bruxelles che degli stranieri, possiamo essere fieri del nostro locale e prima di tutto noi teniamo a ringraziare Horta e a complimentarci con lui ...

Ne saranno  fieri soltanto fino agli anni sessanta, quando con una  decisione che non si può non considerare come minimo criminale e scriteriata,   decideranno di demolirla.
L'opinione pubblica si mobilita, partono molte campagne di stampa e  sui giornali si susseguono gli appelli accorati di  intellettuali e accademici

....Nessuno oserebbe demolire il meraviglioso palazzo comunale di Bruxelles né alcuno degli edifici che lo circondano, col pretesto che nuovi edifici assolverebbero meglio la loro funzione. Al di là di valori materiali ce ne sono altri di carattere spirituale  che rispettiamo e ammiriamo, e che per questo proteggiamo. La stessa cosa vale per la Maison du Peuple di Horta. Come gli edifici medievali, è un documento della sua epoca e questo edificio deve essere salvato ad ogni costo.....
(Ludwig Hilbesheimer, direttore dell'Illinois Institute of Technology di Chicago)

 ....se la Maison du Peuple viene demolita si perpetua un doppio crimine: contro la storia dell'arte moderna, di cui il capolavoro di Horta è una delle testimonianze principali, e contro la storia del movimento socialista che, elevando un monumento, ha dimostrato che la cultura rivoluzionaria aveva potuto ispirarsi al linguaggio figurativo dell'epoca....
(Bruno Zevi)

Secondo Paolo Portoghesi  
Un valore determinante nella imperdonabile decisione del partito ebbe l'opinione, espressa in una intervista a "Le Peuple", di un vecchio notabile socialista, che era stato rivale in amore del geniale architetto e amministratore della Maison e che, in una intervista del '64, sfogava tutto il suo livore che il passare degli anni non aveva attenuato.


Fatto sta che  di tutti gli appelli e di tutte le campagne di stampa il partito operaio belga  si fa' un allegro baffo  e la Maison du Peuple


 viene demolita per far posto a questa roba qui  (fotografata poche settimane fa)




Victor Horta non resterà l'unica vittima di questa sciagurata pratica,    nei decenni tra il  sessanta e l'ottanta saranno molti a Bruxelles gli edifici di pregio demoliti  per far posto ad anonimi palazzoni per uffici. Da noi si chiamava speculazione edilizia, i belgi l'hanno battezzata Bruxellizzazione.  Pare che oggi ne possiamo parlare come di un fenomeno estinto, speriamo.










11 commenti:

Grazia ha detto...

La cosa più terribile è anche la sorte della pietre della facciata della Maison du Peuple che furono tutte numerate e depositate in un magazzino all'aperto con l'intento di una possiboile ricostruzione. Con il tempo l'indifferenza e l'incuria hanno finito per essere dimenticate o distrutte: una testimonianza è ancora nella hall d'ingresso nel Musée de la Bande dessinée.
E tu pensa che ho visto in un reportage alla televisione l'intervista con un vecchio militante socialista che si dichiarava ancora soddisfatto della decisione presa dal partito dei lavoratori di abbattere un'architettura borghese e decadente. Eppure era la Maison du Peuple.Povero Horta !

dede leoncedis ha detto...

Grazia, sarà stato lo stesso militante di cui parla Portoghesi, che poco più in là scrive testualmente "...Ricordo oggi con raccapriccio che la notizia della demolizione in corso, con la conseguente dispersione di molte delle parti metalliche della Maison du Peuple, scatenò in molti studenti e architetti il desiderio di procurarsi delle reliquie, corrompendo gli operai addetti allo smontaggio.
A Roma circolavano allora maniglie e cerniere conquistate con spedizioni mirate a Bruxelles...."

Povero Horta e povera, soprattutto, Bruxelles

La Francese ha detto...

in un caffè di Anversa, vicino alla casa di Rubens sono state riadoperate delle travi. Non so se il colore giallo senape è originale, ma l'effetto finale è veramente elegante.
Mi sono accorta che il racconto di quel viaggio in Belgio e Olanda si è fermato senza la città di Anversa ed è proprio un peccato, è molto bella! magari frugo un po' nella memoria e nelle foto e qualcosa ritrovo! ^_^ grazie hai sempre degli stimoli interessanti!

Phivos Nicolaides ha detto...

Wonderful pictures!!!

Mav ha detto...

Non riesco a credere che l'abbiano fatto davvero, nemmeno i cinesi!

dona ha detto...

La Maison du Peuple era (posso dirlo?) un po' maniacale, ma la decisione di abbatterla è stata davvero folle.

giacy.nta ha detto...

Colpo al cuore, davvero!

dede leoncedis ha detto...

La Francese: fruga nella memoria, noi aspettiamo impazienti
Dona, perché maniacale? io la conosco solo attraverso qualche foto sbiadita ed è difficile farsi un'idea
Mav non c'è mai limite al peggio, come vedi
giacy.nta si, un colpo al cuore e una discreta rabbia

noemipina ha detto...

scusi, potrebbe fornirmi la bibliografia alla quale ha attinto? mi servirebbe. grazie in anticipo.

noemipina ha detto...

Salve, potrebbe fornirmi la bibliografia alla quale ha attinto? grazie e cordiali saluti.

dede leoncedis ha detto...

@noemipina mi scuso di aver letto così in ritardo, quando probabilmente non serve più nessun chiarimento. Il fatto è che da tempo non guardo più il blog anche se ogni tanto torna la tentazione di riprenderlo. Per quanto può ancora servire la bibliografia a cui ho attinto viene tutta dai miei vecchi testi universitari ormai ampiamente datati perchè la mia laurea risale al 1973. Bruno Zevi - Storia dell'architettura moderna, Leonardo Benevolo - Storia dell'architettura moderna, Kenneth Frampton - Storia dell'architettura moderna. Oltre naturalmentev a qualche appunto preso durante le lezioni

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